Legge di attrazione, creare o sopravvivere

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Negli ultimi mesi ho letto moltissimi libri che parlano della mente, studiata e spiegata dalla fisica quantistica, del suo immenso potere di creare la realtà che viviamo giorno dopo giorno, della legge di attrazione. Continuo a leggere di questo tema affascinante descritto dai diversi autori in tanti modi diversi, con tanti punti di vista ed esperienze perchè voglio capire a fondo questo qualcosa che secondo me, ne sono convinta, è il vero segreto della nostra esistenza.

Capire che cosa sia la comunemente chiamata legge di attrazione è facile; per tanti è solo la moda del momento, per altri è una verità assoluta, ma solo in pochi riescono a comprenderla realmente fino a farla propria, fino ad essere in grado davvero di cambiare la propria vita, fino ad arrivare a conoscere profondamente il proprio io ed a connetterlo con la fonte quantica universale.

Un libro che ho letto con grande entusiasmando è "Cambia l'abitudine di essere te stesso" di Joe Dispenza, un biochimico specializzato in neurologia, neurofisiologia, e funzionamento del cervello. In questo libro parla di come cambiare l’abitudine di essere se stessi ed il proprio modo di pensare, per cambiare la propria vita, creando la realtà che si desidera vivere, perchè nessuno di noi è destinato né programmato geneticamente a essere ciò che è per tutta la vita. 

Consiglio vivamente la sua lettura perché secondo me affronta l'argomento in maniera molto dettagliata, è davvero chiaro ed incisivo, è un libro che ti apre gli occhi.

Uno dei concetti che ho letto in questo libro mi ha colpito particolarmente e vorrei parlarne brevemente in questo articolo.

E' solo questione di sopravvivenza

Mi sono sempre chiesta come mai possediamo tutti un potere tanto immenso come quello della mente e solo pochissimi ne siano consapevoli e riescano ad usarlo coscientemente.

Joe Dispenza spiega come ci siano due modi di vivere: si può vivere in uno stato creativo, quello in cui siamo in grado di creare consapevolmente la nostra realtà dimenticandoci del tempo, del mondo esterno e del nostro corpo, e in uno stato di sopravvivenza.

Per descrivere meglio questo secondo stato parla di quello che accade ad un animale che mangia tranquillamente la sua erba nel bosco; se all'improvviso si accorgesse di un pericolo nel mondo che lo circonda, per esempio l'apparizione di un predatore, si attiverà nella sua mente lo stato di sopravvivenza, una risposta del sistema nervoso che in automatico mette in modalità "lotta" o "fuga".

Il corpo dell'animale si preparerà per affrontare la situazione d'emergenza cambiando chimicamente, mettendo in moto diverse energie che gli serviranno per sopravvivere. Quando, finalmente, sarà in grado di mettersi in salvo, quando non ci saranno più pericoli nei dintorno, nel giro di pochi minuti l'animale sarà nuovamente in grado di ripristinare l'equilibrio del suo corpo e di tornare a mangiare beato la sua erba.

Noi esseri umani funzioniamo allo stesso modo: in situazioni di pericolo il sistema nervoso si attiva, le energie si mobilitano, esattamente come nell'animale. Nella storia umana questa risposta di adattamento ci aiutava ad affrontare predatori o altre minacce per sopravvivere. Questa qualità ci è stata molto utile per l'evoluzione della nostra specie.

Quando avvengono queste alterazioni dell'equilibrio chimico del corpo, si produce quello che tutti conosciamo come "stress". 

L'incapacità di vivere il presente

Sfortunatamente c'è una differenza fondamentale tra gli essere umani e gli animali che va a nostro svantaggio: noi entriamo in "stato di sopravvivenza" anche solo con un solo pensiero e questo pensiero può non aver nulla a che fare con circostanze del presente, quindi potrebbe attivarsi anche senza che esistano minacce reali nel nostro intorno.

Possiamo attivare questo sistema immaginando ed anticipando un futuro che ancora non esiste o pensando ad avvenimenti passati infelici. Così facendo viviamo costantemente nel passato o nel futuro e mai nel presente, ma sopratutto prolunghiamo il periodo di stress, che il nostro corpo ha generato solo per un breve momento di bisogno, ad un periodo molto, molto più lungo del necessario.

L'animale che è stato attaccato, nel momento in cui torna a mangiare la sua erba, non sta più pensando più al suo predatore, ma pensa all'attività del presente.

Noi umani, invece, siamo capaci di rivivere situazioni drammatiche del passato infinite volte, lasciando consumando inutilmente tante energie preziose, lasciandone davvero poche per il proprio corpo che, in questo modo, inizierà ad ammalarsi.

Da un punto di vista psicologico, invece, la sovrapproduzione di stress genera emozioni di rabbia, paura, invidia ed odio, fomenta sentimenti di aggressività, frustrazione, ansia, insicurezza e provoca esperienze di dolore, sofferenza, tristezza, disperazione e depressione.

Passiamo la maggior parte del nostro tempo preoccupandoci con pensieri e sentimenti negativi, la continua produzione di stress e dei suo ormoni ci obbliga a vivere in uno stato di sopravvivenza costante.

Chi siamo realmente?

Abbiamo l'abitudine di vederci ed identificarci con un "io fisico" ma in realtà siamo una coscienza connessa ad un campo quantico di intelligenza.

Quando iniziamo a vivere come questo io fisico, ci dimentichiamo di chi siamo realmente, ci disconnettiamo dal campo universale di intelligenza e crediamo di esserne separati. Se crediamo essere unicamente degli esseri fisici riusciremo a percepirci solo attraverso i sensi fisici, rimarremo prigionieri in una mentalità che cerca di prevedere il futuro basandosi su esperienze passate, cercheremo di controllare la nostra realtà invece che farla fluire, lasciando che sia l'intellingenza universale ad occuparsene.

Tutto ciò che facciamo è semplicemente cercare di sopravvivere.

Il modello quantico ci dice che tutto ciò che esiste è fatto di energia. Le emozioni sono energia in movimento, ogni emozione ha la sua frequenza o vibrazione.

Le emozioni di sopravvivenza hanno una frequenza molto bassa, vibrano ad una longitudine più lenta e pertanto fomentano la fisicità delle cose; più proveremo questo tipo di emozioni, più ci sentiremo densi, pesanti, corporei perché questa energia ci fa vibrare con più lentezza, il corpo diventerà sempre più massa e meno energia, più materia e meno mente.

Per questa ragione se inibiamo le emozioni primitive di sopravvivenza, la nostra frequenza energeticà salirà e saremo meno attaccati al corpo. Quando "il corpo si convertirà nella mente", potremo liberare la sua energia nel campo quantico.

Man mano che le nostre emozioni si faranno più elevate, la nostra coscienza salirà di livello e ci avvicineremmo sempre più alla fonte, inizieremo, così, ad avere la capacità di creare la realtà coscientemente. 

E tu, vuoi ancora vivere in uno stato di sopravvivenza o vuoi iniziare ad essere il creatore della tua realtà?